L’assemblea di FareRete Bene Comune, che ha visto l’Associazione impegnata nell’elezione del proprio Consiglio Direttivo per il triennio 2022-2024, ha eletto PRESIDENTE – Rappresentante Legale alla guida dell’Associazione per il nuovo triennio, Rosapia Farese, ideatrice, CoFondatrice, già VicePresidente.
Il clima di condivisione che ha caratterizzato l’elezione del nuovo Consiglio ha consentito la presentazione di una lista unica, focalizzata sull’attuazione di un nutrito programma che vedrà impegnata, nel prossimo triennio, l’Associazione.
Nel suo discorso di ringraziamento, il presidente Rosapia Farese ha riconosciuto il lavoro
svolto dal suo predecessore Paola Pisanti e dal Consiglio dell’ultimo triennio, esprimendo la volontà di non disperdere il lavoro fino ad oggi intrapreso. Il nuovo Presidente si è soffermato su quelli che ritiene essere i punti decisivi del suo programma, in particolare la dignità della persona in Italia, la dignità della persona viva e razionale che si auto attiva, agendo in senso vitale operante per sé e per tutti (Bene comune), partecipando alla auto-costruzione di una società unitaria e viva (solidarietà), con il compito di realizzare la vita in ogni sua dimensione ed educare le persone alla vita (Sussidiarietà), soddisfacendo i loro bisogni profondi, attraverso la realizzazione di strutture sociali.
All’affermazione della dignità della persona si affianca il sostegno agli associati e a tutto il target degli Stakeholders attraverso la promozione di canali mirati a rappresentare le istanze della società civile e del volontariato per superare la crisi generalizzata e consolidare i rapporti con le altre associazioni e le Istituzioni di riferimento. Questo permetterà di mettere in atto azioni coordinate e incisive, obiettivo da noi ritenuto strategico per le future azioni associative.
I tre elementi sopra delineati rappresentano la Vision di FareRete Bene Comune, un’opportunità che può renderci costruttori di speranza evitando una lenta deriva fatta di rassegnazione e sfiducia: un aiuto per tornare all’essenziale, a ciò che è umano, ossia alle relazioni, allo stare insieme.